Ultimissime Filippo e Giulia, avvistata l’auto dei ragazzi a 400 Km lontano da casa. “Non mangiano e non dormono”

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta sono scomparsi sabato sera a bordo della Fiat Punto nera del 22enne di Torreglia. Ed è proprio sui movimenti dell’auto del giovane che si concentrano le ricerche: dal momento della scomparsa non ha mai smesso di muoversi. Ieri è passata per Pordenone. Una fuga di oltre 400 chilometri su cui si stanno concentrando le ricerche e le indagini di carabinieri e procura: elicotteri, posti di blocco e allarme generale. Tutto per bloccare quell’auto che sta vagando senza sosta da almeno 72 ore.

Dove è stata localizzata

Il viaggio (apparentemente) senza meta della Punto nera inizia sabato pomeriggio: Filippo va a prendere Giulia a casa alle 18, destinazione il centro commerciale “Nave de Vero” di Marghera, per comprare insieme le scarpe per la laurea (la discussione era prevista per domani). I due si sono lasciati da un paio di mesi ma, come spiegano i famigliari, continuano a vedersi come amici. Alle 20 vengono ripresi dalle telecamere del McDonald mentre stanno cenando, alle 22.43 Giulia manda l’ultimo messaggio alla sorella Elena.

Poi il vuoto: i cellulari muti e l’ultima cella telefonica agganciata, nell’area di Fossò, risale alle 23. Cominciano gli avvistamenti: alle 23.15 un vicino vede i due litigare in un parcheggio di Vigonovo, a due passi dalla casa dei Cecchettin. Secondo la testimonianza, Giulia avrebbe cercato di divincolarsi dalla presa di Filippo che però l’avrebbe afferrata per un braccio e trascinata nell’auto. Il vicino, spaventato, in quell’occasione avrebbe anche chiamato il 112. Alle 23.30 la Punto viene immortalata da una telecamera di videosorveglianza nella zona industriale di Fossò, in via I. Strada. L’auto viene poi immortalata dai portali nel Trevigiano, a Maserada sul Piave e a Vazzola. Sale nel Bellunese e alle 9.07 di domenica mattina passa un altro portale a Ospitale di Cadore.

Le chiazze di sangue

Lunedì mattina, il macabro ritrovamento di quelle grandi chiazze di sangue in via V Strada a Fossò, a 500 metri da dove, sabato sera, era stata intercettata l’auto di Turetta dalla telecamera. Successivamente vi sono delle segnalazioni sulla Pedemontana friulana: l’elicottero dei carabinieri e quello dei vigili del fuoco cercano in lungo in largo quella Punto ma si tratta di un buco nell’acqua. Pare che fosse un’auto identica, ma non quella con a bordo i due 22enni. La Punto gira, invece, verso Dobbiaco e San Candido per poi scendere nel cuore del Friuli. Fino, appunto, all’ultima segnalazione di Pordenone di ieri mattina.

Le ricerche

Una fuga che non potrà proseguire all’infinito. Lo sanno bene i carabinieri che aspettano al varco un pagamento elettronico o un prelievo che possa dare un’indicazione precisa di posizione. Il cerchio dovrebbe chiudersi entro le prossime ore: i ragazzi non dormono in un albergo e non mangiano (a meno che non avessero con loro un discreto capitale in contanti) da almeno tre giorni. A queste condizioni è una corsa che rischia di trasformarsi in una guerra di logoramento.
Ieri, intanto, la macchina delle ricerche è entrata in moto con tutte le sue forze. A cominciare dall’area della Riviera del Brenta: per ore l’elicottero dei vigili del fuoco ha sorvolato l’argine del fiume tra Stra, Vigonovo, e Fossò.

I pompieri, a bordo di un gommone, hanno perlustrato il letto del Brenta alla ricerca di possibili indizi o tracce. Con loro, al momento, non c’erano i sommozzatori: questa, forse, è l’unica buona notizia. Le ricerche da giorni hanno visto anche l’utilizzo dei cani molecolari e dei droni. Le attenzioni delle forze dell’ordine e della protezione civile, ovviamente, visto il viaggio dell’auto, si sono allargate appunto all’intero Nordest.
Domenica gli investigatori friulani si sono concentrati soprattutto nella zona di Polcenigo, Budoia e Piancavallo. Hanno perlustrato strade principali e secondarie, soprattutto in prossimità dei boschi. L’elicottero ha sorvolato anche la zona del Cansiglio, lato trevigiano, e l’area del Cadore.

Il rischio fuga all’estero

Le ricerche sono terminate al calar del sole e riprenderanno questa mattina all’alba. L’allerta è stata diramata anche a tutte le postazioni di confine: non devono essere in grado di fuggire all’estero, condizione che rischierebbe di complicare ulteriormente le ricerche. Praticamente impossibile, comunque, a tre giorni dall’allarme nazionale, che l’auto possa superare i confini. La speranza, sempre viva, è che Filippo decida di sua spontanea volontà di fermare l’auto e chiamare la famiglia, mettendo fine a questo giallo che sta tenendo con il fiato sospeso, ormai, non più solamente le due piccole comunità di Vigonovo e Torreglia, ma l’intero Paese.

La priorità

«C’è solo una priorità in assoluto; trovare i due ragazzi vivi», ha detto un investigatore che partecipa alle ricerche, ininterrotte di Giulia e Filippo. «Stiamo battendo tutti i territori senza sosta» ha aggiunto l’investigatore, sottolineando il lavoro in corso che vede in prima linea i carabinieri del Comando provinciale di Venezia, con il coordinamento della Procura, ed il supporto di tutte le altre forze dello Stato, a partire dai vigili del fuoco. Le perlustrazioni si stanno concentrando soprattutto nelle aree del veneziano, e del confine ad est del Veneto. Continuano, inoltre, ad essere passate al setaccio le immagini delle telecamere delle varie zone nelle quali ila Fiat Punto di Turetta è stata vista transitare in questi giorni. Conclude la fonte: «Fino a prova contraria sono vivi».

Leggi anche: Giallo Filippo e Giulia, La scoperta choc: “trovata una lunga scia di sangue”. Le novità

filippo e giulia

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