Il virus Marburg nella Guinea Equatoriale diventa sempre più pericoloso. La situazione peggiora di giorno in giorno ed i focolai aumentano sempre di più. L’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) sta valutando l’ipotesi di testare i primi vaccini, nonostante siano ancora in fase di sviluppo e non siano ancora sicuri al 100%. Proprio per discutere di questo, ha convocato una riunione con estrema urgenza data la pericolosità della situazione nel paese.
Poiché i vaccini per il virus Marburg sono ancora in fase di sperimentazione, sembrerebbe più saggio mettere da parte l’idea di somministrarli da subito, procedendo invece con altre misure come la quarantena. Questo è quanto riportato dalla rivista Nature. Il Marburg è un virus che spaventa enormemente, soprattutto perché è collegato all’ebola, con un tasso di mortalità che arriva quasi al 90%. Il primo caso di questo virus risale a Gennaio 2023.
La zona maggiormente colpita dal virus Marburg è il nord della Guinea equatoriale, più precisamente a Kié-Ntem ed è proprio qui che sono stati stimati almeno 9 decessi. I focolai però sono ben 16, nonostante la provincia di Kié-Ntem sia il più grande. A spiegarlo è stato John Edmunds, epidemiologo londinese che ha anche preso parte alla riunione dell’OMS riguardo la somministrazione dei vaccini.
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Tutti i vaccini, ancora in fase di sperimentazione, hanno nella maggior parte dei casi una base vettoriale. Dunque, non sono dissimili da quelli creati per contrastare il Covid-19. Più nello specifico, sono molto affini al vaccino AstraZeneca. Tra le possibili cure vaccinali, emerge soprattutto quello proposto dal Sabin Vaccine Institute di Washington DC che, tuttavia, utilizza un adenovirus di scimpanzé e non uno umano, come invece accade nel caso di quello prodotto in Belgio da Janssen a Beerse.
La Auro Vaccines e l’International Aids Vaccine Initiative, entrambi di New York, hanno proposto candidati vaccini contro il virus Marburg che presentano un vettore utilizzato già per il primo vaccino contro l’Ebola. Tutti le cure vaccinali proposte non sono ancora disponibili in grandi quantità e non tutte sono state testate sugli uomini. Ciò che emerge fin ora è che tutti sembrerebbero essere fortemente validi per contrastare la diffusione del nuovo virus che affligge la Guinea equatoriale.