Si cerca il corpo della piccola Kataleya, la bimba di 5 anni scomparsa sabato 10 giugno dall’ex hotel Astor, in via Maragliana a Firenze. Secondo quanto riportato gli investigatori hanno impiegato due giorni, ininterrottamente, per cercare nelle stanze e in tutti i locali della struttura che però è stata prima sgomberata. Una operazione che ha coinvolto Ros, Gis e Sis e che ha dato esito negativo. Il corpo della piccola non sarebbe quindi lì dentro. A questo punto gli inquirenti temono che il corpo della piccola ( non si esclude che possa essere stata uccisa) sia stato portato altrove. Dalle telecamere comunali poste all’esterno dell’ex albergo si vede la piccola uscire, rientrare, ma poi non si sa più nulla.
L’ispezione
Per circa due giorni sono stati impiegati numerosi mezzi e tecniche per cercare di capire se il corpicino fosse nella struttura: sonde, droni, georadar e fibre ottiche. Il seminterrato, il tetto e il sottotetto, lo scannafosso, tutti i vani, camere, stanze di servizio, aree tecniche, elettrodomestici e impianti, pertugi, pozzi, punti di caduta o nascondigli. Ieri sono stati fatti arrivare anche due camion del servizio autospurghi per liberare le fosse biologiche e scandagliarle con telecamere.
Il sospetto che inquieta gli investigatori
Un foro fatto nella recinzione del giardino di un’abitazione che collega il cortile dell’Astor ad alcuni box condominiali con uscita via Monteverdi. Il varco sarebbe stato aperto rompendo la rete: foro. dove potrebbe essere passata una bambina. Chi potrebbe aver rapito Kataleya, secondo gli inquirenti, l’ha messa in un borsone e poi è scappato tra le siepi di questo lungo giardino. In questo punto non ci sono impianti di video sorveglianza.
La testimonianza dei genitori
Secondo il papà e la mamma della piccola sarebbe stato qualcuno che abitava all’interno dell’albergo. Qualcuno che sapeva come muoversi sia all’interno che poi all’esterno, tra le siepi e i box condominiali. Nella mattinata di lunedì Miguel, il padre di Kata è stato sentito nuovamente dai Pm. Un interrogatorio durato circa 50 minuti ascoltato dal procuratore Christine von Borries. Secondo gli avvocati Filippo Zanassi e Sharon Matteoni la richiesta è stata avanzata direttamente dall’uomo.