Ragazzina di 15 anni bruciata viva, era incinta. E’ stato il fidanzato 17 enne. “Due anni prima era stata ricattata e usata”

uccisa a 15 anni

Shaïna Hansye era una studentessa di 15 anni, incinta da appena dieci giorni, quando è stata barbaramente uccisa dal fidanzato, Ousmane (nome poi cambiato), all’epoca 17enne: l’aveva colpita dieci volte con un coltello, e poi, ne aveva bruciato corpo. In seguito, l’autopsia avrebbe stabilito che la ragazza respirava ancora, nel momento in cui è stata data alle fiamme. Il brutale femminicidio era avvenuto il 25 ottobre 2019 a Creil, nel nord della Francia. E aveva sconvolto tutto il Paese. Ieri è arrivata la sentenza di condanna per l’assassino, che oggi ha 20 anni: i prossimi 18 li trascorrerà in galera.

Così ha stabilito la corte d’assise per i minori dell’Oise.  Il verdetto non è stato accolto con favore dai familiari della vittima. Loïc Abrial, il legale degli Hansye, aveva chiesto ai giudici una condanna a 30 anni, con la revoca dell’attenuante legato alla minore età: «La giustizia non è stata all’altezza», ha commentato Shakill Hansye, il padre della vittima, parlando ai microfoni delle emittenti francesi fuori dal tribunale.

La scoperta dell’omicidio

I resti carbonizzati della giovane ragazza erano stati scoperti in una casetta da giardino di Creil. Tre giorni dopo il delitto, gli investigatori della polizia giudiziaria (PJ) locale avrebbero arrestato il fidanzato di Shaïna, indicato come unico possibile autore del delitto da diversi testimoni, residenti nel quartiere Plateau, dove è stato commesso il reato. A deporre contro il fidanzato della vittima era stato pure un suo amico, a cui il 17enne omicida aveva confessato il delitto:

«Mi sono sbarazzato della pu***na che ho messo incinta», gli aveva detto. La stessa agghiacciante frase sarebbe poi stata riferita alla polizia.  «Non capisco come una donna possa morire in Francia come fosse Afghanistan, perché è una donna – aveva detto il padre della ragazzina – Shaina è stata presa di mira dagli altri ragazzi musulmani della città. Voleva essere libera e l’hanno uccisa per questo».

Il processo

Secondo le indagini, l’assassino aveva agito per timore della reazione della sua famiglia alla notizia della gravidanza. «Era pronto a distruggere tutto per salvare la sua immagine», ha dichiarato l’avvocato generale in aula.  Il processo si è svolto al 5 al 9 giugno, a porte chiuse. L’imputato all’epoca del delitto era uno studente liceale, senza precedenti penali. Una perizia psichiatrica lo ha descritto come «narcisista» e «privo di empatia». Il ritratto è stato contestato dalla difesa, mentre lui ha continuato per tutto il dibattimento a proclamare la sua innocenza.

Una storia di violenze e abusi

La triste storia di violenza ai danni di Shaïna Hansye era cominciata anche prima di quel drammatico 25 ottobre 2019. Nel 2017, quando lei è ancora 13enne, un ragazzo di un anno più grande le scatta una foto nuda per ricattarla: le chiede di raggiungerlo davanti a edificio diroccato del quartiere, altrimenti avrebbe diffuso la foto. Shaina va all’appuntamento, che si rivela una trappola: il ricattatore, insieme a due ragazzi di 16 e 17 anni, colgono l’occasione per aggredirla sessualmente. Solo a marzo 2022, tre anni dopo la denuncia, gli aggressori processati e condannati a 1 anno e otto mesi con sospensione della condizionale.

Dopo l’accaduto Shaïna cambia scuola, ma la reputazione di “ragazza facile” si è diffusa nel quartiere di Plateau e la segue ovunque. Il 1 maggio 2019, uno dei suoi ex aggressori, nel frattempo tornato a piede libero, incontra la ragazza e la prende a bastonate con alcuni complici, lasciandola a terra priva di sensi. Dopo l’ennesima denuncia, l’estate successiva la ragazza instaura la relazione con il suo futuro aguzzino. Il ragazzo di 17 anni che le avrebbe stroncato definitivamente la vita.

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