Martina Ciontoli ha ritrovato un equilibrio nel carcere di Rebibbia e ha dimenticato Marco Vannini con un nuovo fidanzato. La sua vita è andata avanti e la ragazza sembra essersi messa alle spalle l’episodio che ha portato alla reclusione della sua intera famiglia. Il suo compagno era in casa loro quando è morto a causa di un colpo di proiettile partito dalla pistola di suo padre, Antonio Ciontoli. L’uomo aveva avuto una importante carriera militare e quando si è reso conto di quello che era accaduto nella sua abitazione, ha cercato in tutti i modi di nasconderlo alle autorità.
Ma non ci è riuscito ed è stato arrestato per omicidio colposo. Con lui, la moglie e i due figli, che sono rimasti al suo fianco e hanno tardato insieme a lui a chiamare i soccorsi. Soccorsi che sarebbero stati determinanti per Marco Vannini. Il proiettile aveva toccato il suo cuore, ma un intervento tempestivo avrebbe potuto salvarlo. Martina Ciontoli e la sua famiglia hanno prima costruito la versione da dare e solo in un secondo momento hanno chiamato il 118. Questa scelta ha portato alla morte del ragazzo, figlio unico, e probabilmente i genitori di lui non hanno la stessa facilità nel ricostruirsi una vita.
Martina Ciontoli deve scontare in prigione 9 anni e quattro mesi, così come sua madre e suo fratello Il papà Antonio Ciontoli invece rimarrà in carcere per 14 anni. La ragazza sembra aver imparato a convivere con la sua condizione e sta facendo di tutto per rendere la sua vita normale. Diversa, ma normale. Soprattutto, ha trovato un nuovo fidanzato. Lui non è in carcere, ma va spesso a trovarla e la loro relazione continua nonostante le evidenti difficoltà. “Fanno tenerezza, si vogliono bene” hanno svelato le compagne della reclusa che li vedono insieme durante le visite di lui.
Martina Ciontoli nella sezione Orchidea
Martina Ciontoli è riuscita a crearsi anche un folto gruppo di compagne di prigione. Attualmente si trova nella sezione Orchidea del carcere di Rebibbia. In questa sezione le detenute dispongono anche di un balcone e di una lavanderia. “Nel reparto della ragazza sono recluse le detenute più tranquille, quelle che non creano problemi, che non hanno problemi di tossicodipendenza, un altro mondo”. Un mondo più tranquillo in cui la ragazza può concentrarsi sul suo futuro. Perché vivere tra quattro mura non le impedisce di sognare il giorno in cui sarà nuovamente libera.
Martina Ciontoli ha ripreso a studiare all’interno del carcere di Rebibbia. Non solo, lavora nel laboratorio di un operatore di telecomunicazioni che opera nel settore della banda ultralarga wireless. Un nuovo fidanzato, un nuovo lavoro, e la consapevolezza che tutta la sua famiglia si trova a due passi da lei. La mamma è detenuta a Rebibbia femminile, il padre Antonio Ciontoli si trova a Rebibbia nuovo complesso e il fratello Federico a Rebibbia reclusione. La condanna definitiva per loro è arrivata il 3 maggio del 2021, dopo sei anni e cinque gradi di giudizio.